C’è una cosa molto importante che un contribuente che inizia la propria attività in regime forfettario dovrebbe conoscere e valutare: il momento di versamento delle imposte e l’entità dell’esborso finanziario necessario.
Infatti, se è vero che il regime forfettario dà, in molti casi, non tutti (si veda questo articolo forfettari …) un innegabile risparmio in termini di imposte, da un altro verso occorre prestare attenzione al momento in cui l’Erario chiede il pagamento delle relative imposte, perché potrebbe riservare spiacevoli sorprese.
Questo si verità soprattutto nel secondo anno dall’inizio dell’attività in regime forfettario.
Supponiamo di iniziare l’attività nel febbraio dell’anno 2020. Per tutto l’anno 2020 non dovremo versare alcuna imposta relativa a questa nuova attività. Quindi i ricavi/compensi che incasseremo ci sembreranno tutti ‘spendibili’.
E così anche per i ricavi/compensi incassati nei primi 5 mesi del 2021.
Ecco però che a giugno 2021 saremo chiamati a pagare tutte le imposte relative ai ricavi/compensi del 2020 e i contributi previdenziali, ma non solo…dovremo infatti versare il primo acconto delle imposte e dei contributi per l’anno 2021. E ciò può rivelarsi un vero salasso.
Certo, è possibile rateizzare il saldo e il primo acconto fino a novembre, tenendo ben presente che a fine novembre dovremo versare anche il secondo acconto per l’anno 2021 di imposte e contributi, ma nel secondo anno di attività l’esborso per imposte e contributi sarà consistente.
Abbiamo preparato un foglio Excel per simulare questo effetto di slittamento che può mettere in difficoltà il contribuente.